Prima ancora dell’invenzione della scrittura, l’uomo ha iniziato a praticare l’arte della cucina, cioè del preparare, del trasformare gli alimenti in cibo per la tavola. Attorno al fuoco, in una grotta, sotto un albero, su una pietra si è cominciato a mangiare insieme, a consumare cibo cucinato da qualcuno.
Il ritmo di vita sempre più frenetico e la costante crescita tecnologica, ha portato nel tempo a cambiamenti radicali nella vita quotidiana e alla genesi di un sistema che ha stravolto l’approvvigionamento dell’uomo.
“Mamma, cucini il pesce croccante come quello della nonna?” Su la mano le mamme che non si sono sentite fare una richiesta del genere dai propri figli.
Poche si saranno “complicate” la vita comprando del pesce di prima qualità, panandolo e friggendolo in casa, tutte le altre avranno accontentato il proprio figlio riscaldando in forno una confezione di pesce panato surgelato già pronto con la percezione che la qualità del cibo così ”cucinato” sia la stessa di quello preparato tradizionalmente in casa.
L’ESSERE UMANO HA CAMBIATO LE SUE ABITUDINI E IL MERCATO HA SAPUTO ADEGUARSI, MA SAPPIAMO DAVVERO COSA SI MANGIA QUANDO ACQUISTIAMO QUALCOSA DI PRONTO?
I SURGELATI
Nati come rimedio di emergenza per quelle volte in cui non si ha proprio il tempo di cucinare, i surgelati sono entrati a far parte della tavola di tutte le famiglie.
Non solo troviamo secondi di carne o pesce surgelato, ma anche piatti tradizionali italiani a base di pasta come la pasta al pomodoro, all’arrabbiata, ai quattro formaggi. Ci sono poi i contorni di verdure come piselli, carotine e broccoli “al vapore”, zucchine e melanzane “grigliate”.
Nei surgelati solitamente, si trovano come ingredienti aggiunti alla lista di elementi necessari per la preparazione del piatto, il sale e l’amido di frumento.
Il sale, insieme al glutammato monosodico, viene usato in abbondanza per insaporire prodotti dal gusto appiattito dai processi industriali, cosa particolarmente frequente per i secondi piatti surgelati.
Il rischio, in particolare per i bambini, è che ci si abitui a mangiare troppo saporito, con tutte le conseguenze per la salute che questo comporta. Per quanto riguarda l’amido di frumento, invece, è un problema per chi soffre di celiachia o di sensibilità al glutine.
Tra gli ingredienti più usati nei prodotti surgelati c’è poi l’olio, che comunque nei prodotti di marca è di tipo extravergine di oliva o di semi di girasole, più sani rispetto ad altri.
Solo in alcuni casi si trovano oli vegetali, come olio di palma e di cocco, la cui presenza è giustificata dai produttori per esigenze industriali. Va inoltre ricordato che l’olio è un elemento molto grasso, ed è per questo che andrebbe sempre controllata la tabella nutrizionale riportata sull’etichetta del prodotto.
A parità di piatto, quello preparato in casa sarà molto meno calorico rispetto a quello surgelato. Se siete a dieta, quindi, fatevi i vostri conti.
Se non riuscite a fare a meno di mangiare cibi surgelati, è un buon segno quando sulle istruzioni di cottura degli alimenti surgelati viene indicato di aggiungere acqua, ciò significa che il prodotto che compriamo avrà un peso non determinato dalla presenza di acqua surgelata, che d’altronde è inclusa nel prezzo.
Per quanto riguarda la materia prima, essendo congelata in brevissimo tempo, si mantiene senza alterazioni, non lasciando spazio allo sviluppo di muffe o batteri. Naturalmente, il consumatore non ha modo di verificare che quando mangia un pesce panato si tratti veramente di quel pesce che intendeva comprare, e un polpo pronto in tre minuti è sicuramente accettabile anche “gommoso” da chi lo compra del resto…è un piatto pronto.
Se a questo si aggiunge il prezzo cui sono offerti, forse sarebbe il caso di stare più attenti a ciò che si acquista e prediligere, ove possibile, una preparazione casalinga.
I CIBI IN SCATOLA, IN BRICK, IN BUSTA
Tanto i cibi in scatola (legumi, ortaggi, cereali lessati, carne, zuppe) quanto quelli in brick (passati di verdure, zuppe e minestre) e in busta (risotti liofilizzati) vengono preparati con l’aggiunta di esaltatori di sapidità, quale il glutammato monosodico, farine, lieviti e aromi che ne distorcono il sapore originario, ma che sono un ottimo modo per compensare la scarsità di materie prime costose ed utilizzate con estrema parsimonia.
Un esempio sono i risotti in busta contenenti verdure disidratare. Disidratare un alimento vegetale equivale a privarlo di buona parte della sua quota di vitamine e sali minerali con la conseguente carenza di tali principi nutritivi nella dieta quotidiana.
Quello che dovrebbe se non altro destare qualche perplessità è l’utilizzo di ingredienti che appaiono anomali per un risotto quali il lattosio, lo zucchero, lo sciroppo di glucosio, il siero di latte, le proteine del latte.
Nessuno di questi, chiariamolo, desta preoccupazioni per la salute, ma si tratta comunque di ingredienti che nulla hanno a che spartire con l’idea di tradizionalità che, spesso, viene trasmessa da campagne di marketing e slogan pubblicitari.
LA VELOCITÀ CON LA QUALE SI RIESCE A PREPARARE UN PRANZO CON UN CIBO GIÀ PRONTO NON DEVE ESSERE LA STESSA CON LA QUALE SI SCEGLIE COSA COMPRARE
Leggere gli ingredienti nell’etichetta, permette di valutare l’apporto nutritivo e i grassi. Aggiungendo altro cibo per completare il pasto bisogna sempre evitare di eccedere con le stesse sostanze così da avere un pasto vario e completo.
Ridurre il consumo di piatti pronti limitandolo, se proprio non potete farne a meno, a una volta a settimana, preferire piuttosto cibi freschi e cucinati con metodi di cottura tradizionali anche se non da voi personalmente. Saranno forse meno appetitosi, ma di sicuro più genuini.
Non dimentichiamoci che “Il cibo è nutrimento del corpo, dei pensieri e dell’anima”, accade però di frequente che per espletare questa funzione scegliamo prodotti alimentari tali che possono danneggiare il nostro corpo, per cui viene meno il significato di “nutrire”, in realtà stiamo in qualche modo facendoci del male.