Migliaia di stimoli luminosi, fumi, polveri bombardano quotidianamente i nostri occhi causando molti fastidi. Per tutelare la nostra salute e i nostri occhi occorre osservare delle regole e adottare delle buone abitudini, ma il problema andrebbe affrontato a più largo spettro oltre che con delle misure antismog scegliendo anche una politica di lotta alla crisi climatica.
Di certo i cambiamenti climatici in corso provocano un grande e giustificato allarme sulle loro conseguenze per la salute. L’aria è inquinata nell’85% delle nostre città. Problemi respiratori, malattie cardiovascolari, cancro ai polmoni e una minore aspettativa di vita sono gli effetti universalmente riconosciuti e confermati. Ma l‘inquinamento atmosferico dovuto in larga misura all’irradiamento dello scarico degli autoveicoli danneggia anche i nostri occhi.
Un livello significativo di irritazione oculare si ingenera una volta esposti a tale inquinamento atmosferico per circa quattro ore. Gli inquinanti atmosferici comunemente trovati in città includono: il monossido di carbonio, il diossido di azoto, l’anidride solforosa e poi anche arsenico, amianto, benzene, piombo, clorofluorocarburi, particolato e diossina. La severità di disagio prodotta dall’inquinamento atmosferico è maggiormente determinata dai livelli di idrocarburi e di ossido di azoto. Tra gli idrocarburi particolarmente le olefine C4 e C5 ma anche la paraffina. Fra i composti fenolici, il cyclohexene causa la maggior parte delle irritazioni, confrontata al benzene o al cicloesano.
Fortemente incriminate poi sono le famose “polveri sottili”, particelle microscopiche presenti nell’aria, di diametro inferiore a 10 millesimi di millimetro (più precisamente classificate in PM10 e ancora più fini in PM2.5) costituite da una miscela di elementi quali carbonio, piombo, nichel, nitrati, solfati, composti organici, frammenti di suolo. Essi costituiscono la principale causa di irritazione per gli occhi e di potenziale sviluppo di allergie verso altre sostanze, come i pollini.
Gli effetti delle particelle sospese diventano più chiari se si pensa che, ad esempio, il biossido di zolfo nell’aria rende più acido il film lacrimale, irrita la congiuntiva e la cornea e anche le palpebre, tutte strutture che costituiscono una difesa dalle infezioni esterne. Certo è che lì dove è peggiore la qualità dell’aria più persone presentano infezioni agli occhi. Le conseguenze più dannose sono costituite non tanto dal fastidio momentaneo (senso di bruciore, arrossamento), quanto dai possibili danni a lungo termine.
Oltre a facilitare lo sviluppo di allergie, infatti, l’inquinamento atmosferico favorisce l’insorgere della “sindrome dell’occhio secco”, che si manifesta quando non viene più prodotta la giusta quantità di lacrime, particolarmente frequente nelle donne in menopausa per la carenza di estrogeni, con il risultato che si ha bruciore, prurito, sensazione pressoché costante di corpo estraneo e sabbia all’interno dell’occhio, nonché grande sofferenza ad aprire gli occhi al mattino. È una patologia molto fastidiosa, che tende a cronicizzarsi e, se non trattata, ha un sensibile impatto sulla qualità della visione e della vita in genere, aumentando il rischio di infezioni e arrivando anche a causare danni permanenti.
Come possiamo proteggere i nostri occhi da ciò?
Certo occorre evitare esposizioni prolungate all’aria aperta nelle ore di massima concentrazione dello smog, passeggiare solo in aree verdi e meno inquinate, ventilare l’ambiente domestico, scegliere, per i propri bambini, passeggini che siano più elevati dei tubi di scappamento delle auto e portare i più piccoli in uno zaino o in un marsupio, in modo da tenerli il più lontano possibile dalle polveri, che tendono a ristagnare in basso.
Magari creare delle isole pedonali nei pressi delle scuole. A tali misure di prevenzione è bene aggiungere un’adeguata idratazione del corpo, indossare occhiali da sole, evitare di fumare, aumentare il livello di umidità degli ambienti in cui viviamo, usare lacrime artificiali. Se i sintomi di secchezza, bruciore, rossore, difficoltà visive e di irritazione agli occhi si manifestano con ricorrenza, è il caso di fare visita al proprio oculista, che saprà suggerire gli accorgimenti e il trattamento opportuni per evitare il cronicizzarsi delle manifestazione e l’insorgere di conseguenze più gravi.